Tariffe Sala Musa

Transit è una video installazione proiettata sugli otto schermi in dotazione al MuSA che ha come protagonista la strada percorsa ogni giorno, da secoli e con mezzi diversi per il trasporto del marmo: e così che il blocco, dapprima estratto e poi selezionato si avvia alla sua destinazione, per essere poi lavorato e divenire opera d’arte o chissà adornare qualche elegante edificio o appartamento. Dal cuore della montagna il marmo transita e scende a valle, raggiunge le imprese dove sarà lavorato e trasformato.
La regia è di Marco Mazzi, artista e fotografo classe 1980 già all’attivo in numerosi musei nazionali e internazionali.

All’interno della mostra sono stati organizzati due eventi. Il primo ha ospitato il cavatore e scrittore Alvise Lazzareschi, che con “La casa del colonnello”, romanzo autobiografico, edito da Rizzoli, rende omaggio ai monti Apuani, ai paesi, alla gente del posto e ai cavatori, di cui narra la fatica, la determinazione e la passione. Nei suoi racconti si esprime il tributo alla figura professionale del cavatore e al lavoro nelle cave, agli sforzi e ai rischi che lo stesso inevitabilmente comporta. Ai cambiamenti che con il tempo ci sono stati, alla tecnologia che se da un lato ha reso il lavoro meno pesante non ha snellito il fattore pericolo. E ancora la montagna, il forte legame con il territorio, la storia.

Nel corso del secondo appuntamento lo storico Francesco Battistini, ha parlato dell’evoluzione del trasporto: se tra il tardo ‘800 e il primo ‘900, il mezzo di trasporto più diffuso era il carro trainato da coppie di buoi, sin dai primi anni del ‘900, si è passati ai trattori a vapore. Durante lo stesso periodo si è visto anche l’inizio della progettazione della rete di trasporto su rotaia carrarese, pensata soprattutto per l’invio a destinazione del marmo. Tale rete andò progressivamente sviluppandosi fino al secondo dopoguerra, quando il viaggio del prezioso materiale entrò nel periodo “della gomma”. Da allora i protagonisti sono i camion, sempre più evoluti grazie alla tecnologia.

I loro aspetti tecnici, che permettono di percorrere quotidianamente le impervie strade “di arroccamento”, sono stati il fulcro della testimonianza di Antonio Giannini che, con l’aiuto di alcuni aneddoti, ha raccontato le specificità del suo lavoro, nonché gli inevitabili rischi che esso comporta.

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