La fotografia, fin dai suoi esordi è stata considerata un valido strumento per diffondere le immagini di opere d’arte. A metà ‘800 cominciarono ad operare le note ditte Alinari, Anderson e Brogi e, in ambito scolastico gli insegnanti di Storia dell’arte ebbero la possibilità di avvalersi di documentazione d’immagini per potere commentare le opere ai propri studenti.
Nello stesso periodo si colloca l’invenzione del collodio (1851), da parte di Frederick Scott Archer e Gustave Le Gray . Durante i decenni successivi, molti fotografi e sperimentatori hanno perfezionato o modificato il processo.
Con Film Photography, fotografia analogica, così come è stata apostrofata dopo l’ascesa del digitale, si fa riferimento alla tecnica fotografica che utilizza un supporto di registrazione fisico (pellicola o lastra) e non elettronico, in cui la luce viene catturata da particelle d’argento sensibili e l’immagine rimane stampata quando elaborata chimicamente. Questo metodo è stato tradizionalmente utilizzato per oltre un secolo, prima della più recente fotografia digitale basata su sensori elettronici, negli anni ’70 del secolo scorso.
Contrariamente a quanto si possa pensare, oggi c’è un rinnovato e forte interesse per la fotografia tradizionale, in costante competizione con la fotografia “moderna”
Il convegno, in programma venerdì 28 agosto alle ore 18:00, ha lo scopo di illustrare lo sviluppo di queste tecniche di riproduzione fotografica nel tempo, anche con dimostrazioni pratiche di sviluppo immagini.
La Dott.ssa Cattaneo, Presidente di FOTONOMIA, Associazione di cultura fotografica, dimostrerà come si utilizza il collodio umido.
Relatori: Sergio Garbari, fotografo – Barbara Cattaneo, fotografa
Introduce e modera Domenico Cerri, Polo Tecnologico Lucchese
INGRESSO GRATUITO
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