Coppa di Dante Alighieri con scene della Divina Commedia – Post 1893 ante 1939 – Antonio Bozzano
Stele funeraria – 1915 – 1917 – Giacomo Zilocchi
Mio figlio – 1943 – Pietro Bibolotti
Il primo nucleo di bozzetti, quello più antico, mostra le opere di tre personalità che contemporaneamente sono stati insegnanti alla Scuola di Belle Arti, artisti e imprenditori.
Il genovese Antonio Bozzano approda in Versilia dopo aver vinto la cattedra di Scultura che regge dal 1893 al 1929 divenendo un punto di riferimento per tutti coloro che in quel momento a Pietrasanta desideravano apprendere un mestiere e carpire i segreti della materia.
Con il suo lavoro e la sua arte Bozzano ha sviluppato l’iconografia di Carducci in Versilia, ha contribuito alla definizione del Liberty nel territorio e nel campo internazionale ha realizzato un monumento dedicato a Cristoforo Colombo in Uruguay.
Il piacentino Giacomo Zilocchi approda nel territorio dopo aver sposato la sorella di Bozzano ed aver vinto la cattedra di Disegno che tiene dal 1903 fino al 1912. La sua produzione artistica ha un respiro più ampio di quella del cognato: insuperabili rimangono i due monumenti bronzei che raffigurano Borso e Nicolò III d’Este collocate di fronte al Palazzo Municipale di Ferrara. Nella sua carriera ha realizzato molte opere di carattere cimiteriale creando una personale tipologia di stele funeraria (chiamata dagli studiosi “Stele Zilocchi) che ad oggi ha risvegliato l’interesse di alcuni studiosi di università tedesche.
Terzo rappresentante di questo primo nucleo è il pietrasantino Pietro Bibolotti. Dopo una formazione romana durante la quale collabora con Arturo Dazi, ottiene per un breve periodo un insegnamento alla Scuola d’Arte della sua città natale; esperienza che interrompe nel momento in cui viene richiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale. Bibolotti lavora in Inghilterra e in Italia. Un incarico prestigioso che ricevette fu quello di supervisionare la realizzazione delle statue per il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR (Roma).
Lo spirito di pionieristico e imprenditoriale di Bibolotti viene fuori quando, nel 1916, brevetta insieme al fratello lo “Scultografo Bibolotti”, una sorta di pantografo della scultura che venne venduto in tutto il mondo.