Chi sono le donne immortalate dai capolavori di storia dell’arte? Quale era il loro nome, che ruolo avevano nella vita degli artisti che le hanno dipinte?
Lauretta Colonnelli, giornalista, scrittrice e autrice del libro “Le muse nascoste” sarà l’ospite al MuSA – Museo Virtuale della Scultura e dell’Architettura per raccontare le donne che da secoli ci guardano dai quadri più famosi. Attraverso una ricerca nei documenti che restano, nei diari, nelle lettere e cronache del tempo, l’autrice ha ricostruito e ripercorso la vita di queste figure femminili, spesso senza neppure un nome.
Scrutando nei dipinti il loro sguardo, l’atteggiamento, i vestiti, ha fatto parlare sulle pagine del libro queste protagoniste dimenticate di storia dell’arte, mogli e amanti, madri e figlie, sorelle, donne fatali, pittrici…
L’autrice ha così riscattato le muse nascoste degli artisti, liberandole da quel mondo di perenne discriminazione, dal rifiuto dei talenti femminili, dalla volontà di sottomettere e cancellare le donne che hanno intrecciato la loro vita a quella dei pittori che le hanno ritratte.
L’appuntamento è il 19 novembre alle ore 17.
Nota biografica
Lauretta Colonnelli è nata a Pitigliano (Grosseto). Vive e lavora tra Roma e la Toscana. Laureata in Filosofia alla Sapienza di Roma, ha insegnato, nella stessa università, Storia del Teatro. Ha lavorato in Rai Radio 2 come programmista-regista. Giornalista dal 1979, prima alle pagine culturali dell’Europeo, poi al Corriere della Sera. Collabora con Art e Dossier.
Scrittrice di saggi sull’arte: Gli irripetibili anni ’60 a Roma, Skira 2011; Conosci Roma? (Clichy 2013), Conosci Roma Volume Secondo (Clichy 2014); La tavola di Dio (Clichy 2015); Cinquanta quadri. I dipinti che tutti conoscono. Davvero? (Clichy 2016); Le muse nascoste (Giunti 2020); Storie meridiane. Miti leggende e favole per raccontare l’arte (Marsilio 2021); Lei, lui e i colori, in Vittorio Accornero, Edina Altara (Silvana Editoriale, 2021).
Curatrice di mostre e cataloghi: con Antonio Paolucci, Aiku di Roberto Demarchi (Tokyo, Istituto italiano di cultura, 2014); i dipinti di Andrea Pinchi (Firenze, 2016), le incisioni di Livio Ceschin e i disegni di Kokocinski (Firenze, 2017), I fiori di Mozia, con gli acquerelli dell’archeologo Lorenzo Nigro (Roma, 2021; Milano, 2022).
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